Fede Galizia

Ritratto di Fede Galizia nelle vesti di Giuditta

Milano, 1578 – 1630, è stata una pittrice italiana del periodo barocco, nota per i suoi ritratti, dipinti religiosi e nature morte. Figlia del miniaturista trentino Nunzio Galizia, Fede mostrò precocemente il suo talento artistico, tanto che lo storico Giovanni Paolo Lomazzo la menzionò come prodigio già all’età di dodici anni.  

Il suo stile si distingue per l’attenzione ai dettagli e la capacità di rendere con realismo tessuti e ornamenti, qualità apprese probabilmente nella bottega del padre. Le sue nature morte, tra cui “Piatto di pesche” e “Natura morta con coppa di cristallo con pesche, mele cotogne e gelsomini”, sono esempi precoci del genere in Europa, caratterizzate da una composizione sobria e una resa meticolosa delle superfici.  

Tra le opere religiose, spicca “Giuditta con la testa di Oloferne”, dove l’eroina biblica è rappresentata con fierezza mentre mostra la testa decapitata del nemico, evidenziando la maestria di Galizia nel raffigurare tessuti e dettagli ornamentali.  

Nonostante il suo talento riconosciuto in vita, Fede Galizia fu in gran parte dimenticata dopo la morte, avvenuta nel 1630 probabilmente a causa della peste. Solo nel XX secolo la sua opera è stata riscoperta e rivalutata, riconoscendola come una delle pioniere della natura morta e una figura significativa nel panorama artistico del suo tempo.  

Opere principali di Fede Galizia:

Giuditta con la testa di Oloferne: un dipinto che raffigura l’eroina biblica con la testa del generale assiro, esemplificando la sua abilità nel rappresentare tessuti e dettagli.  

Natura morta con coppa di cristallo con pesche, mele cotogne e gelsomini: un’opera che mostra la sua maestria nella rappresentazione di nature morte, con una composizione equilibrata e una resa dettagliata dei frutti.  

Ritratto di Paolo Morigia: un ritratto del celebre storico e letterato milanese, che evidenzia la sua capacità di catturare l’essenza dei soggetti.  

La riscoperta di Fede Galizia sottolinea l’importanza di rivalutare il contributo delle donne nell’arte, spesso trascurato, e di riconoscere il loro ruolo fondamentale nella storia artistica.

Giuditta e Oloferne con la serva Abra
Giuditta con la testa di Oloferne e la serva Abra,1596, tela, 120,7×94 cm, Sarasota, Ringling Museum of Art.


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